Panico
L’attacco di panico è una crisi d’angoscia estrema, sconvolgente, improvvisa, che comporta sintomi fisici e psichici propri dell’ansia, al massimo dell’intensità, fino a provocare la paura di morire, di impazzire e di perdere il controllo. A ciò si associano sintomi neurovegetativi quali palpitazioni, dolore toracico, sensazione di soffocamento, vertigini, vampate di calore, brividi di freddo, tremori e sudorazione.
Questo disturbo compare soprattutto durante l’adolescenza o la prima età adulta e, anche se le cause precise non sono chiare, sembra esserci un nesso con le più importanti fasi di transizione della vita. Capita spesso che, dopo gli attacchi di panico, per cui si evitano situazioni e luoghi specifici che si pensa siano associati ad essi.
Caratteristiche
- palpitazioni, tachicardia;
- sudorazione;
- tremori fini o a grandi scosse;
- sensazione di soffocamento;
- sensazione di asfissia;
- dolore o fastidio al petto;
- nausea o disturbi addominali;
- sensazione di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento;
- derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distanti da sé stessi);
- paura di perdere il controllo o di impazzire;
- paura di morire; parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio);
- brividi o vampate di calore.
Gli attacchi di panico possono insorgere quasi del tutto inaspettatamente, oppure in alcune specifiche circostanze che diventano particolarmente temute. Ad esempio, quando si parla in pubblico o nel traffico. E’ proprio dall’evitamento dei luoghi in cui si è verificato il primo episodio di panico, che possono nascere le diverse fobie, come paura degli spazi aperti (agorafobia), paura degli spazi chiusi (claustrofobia), paura di esporsi in pubblico (fobia sociale).
Come affrontarli:
Il disturbo da attacchi di panico è ampiamente curabile, con una varietà di trattamenti disponibili che possono portare a miglioramenti significativi nel 70-90% dei casi. L’importante è intervenire precocemente in modo da aumentare la possibilità di bloccare la progressione del disturbo agli stadi successivi, in cui potrebbero nascere ulteriori complicanze, come l’insorgenza di fobie. Prima di intraprendere qualsiasi trattamento, sarebbe meglio sottoporsi ad una serie di esami medici per escludere la possibilità di altre cause che possono causare sintomi somiglianti.
Per curare gli attacchi di panico vengono usate terapie farmacologiche e psicoterapie, meglio se in associazione. Molti dei trattamenti sono estremamente efficaci, anche se una parte delle persone che ha completato con successo una terapia può continuare a sperimentare l’ansia anticipatoria (preoccupazione eccessiva che il panico si ripresenti in determinate situazioni). In questi casi è particolarmente utile una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale, che aiuta ad imparare nuovamente ad affrontare le situazioni che scatenano ansia e panico. Non vanno poi trascurati i metodi di rilassamento come il training autogeno o la musicoterapia. La scelta del tipo di trattamento dipende dalle caratteristiche del quadro clinico del soggetto, ma anche naturalmente dalle sue personali preferenze.
Quando si è colpiti da un attacco di panico, la prima cosa importante è sapere e ricordarsi che si tratta di un episodio della durata di pochi minuti e che non comporta rischi per l’organismo, né puó provocare la perdita di controllo di se stessi o la morte. Durante questo momento di ansia, l’ideale sarebbe cercare di respirare lentamente, mettersi in una posizione comoda e tranquilla, ad esempio, se é possibile, sedersi o sdraiarsi. Se ci si sente svenire, é utile sollevare le gambe. Può servire anche pensare a situazioni piacevoli, a paesaggi rilassanti ed, eventualmente, alla voce del proprio terapeuta.
Consigli utili
Per chi vuole stare accanto ad una persona che soffre di attacchi di panico, ci sono dei semplici consigli da seguire. Intanto bisogna sapere che comprensione e disponibilità all’ascolto sono fondamentali per chi soffre, come lo è il riconoscimento dei piccoli miglioramenti: Le cose che si possono fare sono valorizzare i momenti di autonomia e non sostituire mai chi sta male, nei compiti che è in grado di svolgere, anche se con fatica. E’ meglio, inoltre, cercare di ridurre scontri con la persona che soffre ed evitare di colpevolizzarla per non aver fatto ancora passi avanti.
La forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace è la cognitivo-comportamentale, individuale o di gruppo che sia: è utile, infatti, sia a bloccare l’insorgenza degli attacchi di panico, sia a ridurre l’ansia anticipatoria (a cui invece non riescono ad arrivare i farmaci da soli).
Questo tipo di terapia, mira ad individuare e modificare i pensieri catastrofici collegati alla reazione ansiosa, ad identificare e modificare alcuni comportamenti che alimentano la risposta ansiosa e ad imparare ad affrontare le situazioni ansiose. Quella di gruppo è un aiuto prezioso per confrontarsi con altri trovando beneficio dalla condivisione ella stessa problematica. C’è poi la psicoterapia dinamica che, ricercando nel passato i conflitti che potrebbero spiegare la comparsa del disturbo, aiuta una comprensione migliore di essi, traendone un beneficio nel superare il problema.