La Terapia Cognitiva comportamentale è particolarmente indicata per i pazienti preoccupati delle potenziali conseguenze dell’insonnia o che riferiscono la presenza di idee intrusive, ansia ed eccessivo timore di non dormire.
La paura di sonno insufficiente ad esempio, porta alla credenza errata per cui “per funzionare bene durante il giorno devo dormire almeno 8 ore, se dormo meno di 8 ore ci saranno delle serie conseguenze della mia salute e non riuscirò a fare niente”. In questo caso è paradossalmente utile una iniziale restrizione, ossia ridurre le ore di sonno durante la notte in modo da far esperire che il giorno seguente, nonostante la sonnolenza, sarà in grado di svolgere tutte le sue attività. Di fatto l’obiettivo è proprio quello di creare una notte di sonno insufficiente (es. 6 ore e mezza) per valutare quali sono le conseguenze diurne e ragionare su di esse.
L’obiettivo del Trattamento è quello di modificare convinzioni, atteggiamenti, aspettative e credenze errate relative al sonno, in modo da disinnescare il circolo vizioso per cui il non dormire abbastanza può essere dannoso.
Durante la fase REM del sonno, si ha un ulteriore abbassamento di coscienza, una diminuzione della temperatura corporea ed è in questo momento che avviene l’attività onirica, cioè si sogna.
Una delle difficoltà che spaventano, a ragione, i genitori di tutte le età, riguarda l’irregolarità del ritmo sonno-veglia dei loro bimbi. Le cause possono essere di varia natura: medica (assunzione di determinati farmaci, dolori ecc.) o comportamentale (scarsa igiene del sonno, associazioni negative con il sonno ecc.). In particolare, nei bambini più piccoli, si presenta il “rifiuto” di andare a dormire e la difficoltà ad addormentarsi autonomamente (senza l’intervento dei genitori) durante i risvegli notturni.